L'altro ieri sera è arrivato il giorno del viaggio: arrivata alla nave mi hanno fatta salire, mi hanno dato il numero della stanza e un lucchetto, "per il cane". Chieste spiegazioni, mi è stato detto che non potevo assolutamente portare il cane con me perché c'era la moquette, e che sul ponte alto della nave c'era una zona adibita agli animali: un corridoio formato da gabbie di alluminio, decisamente poco pulite. Ho cercato di spiegare che il mio cane arriva dal canile, ha dovuto affrontare mesi di terapia per riprendersi dai suoi primi mesi di vita e che tenerlo in una gabbia, in un posto sconosciuto, da solo, tutta la notte avrebbe vanificato tutti gli sforzi fatti da quando è con me. Molto sgarbatamente mi è stato risposto che "è solo un cane" e che "non contava la sua storia, c'erano delle regole."
Io capisco le regole, sono una persona che non le infrange e che le comprende. Ma se mi viene assicurata una cosa, prima di comprare il biglietto, è giusto che poi venga rimangiata nel momento in cui mi imbarco? Sapendo che probabilmente non avrei comprato il biglietto se mi avessero detto la verità mi hanno mentito, portandomi così a essere costretta a seguire le loro regole di cui non ero stata informata.
Io non abbandonerei mai il mio cane, ma molte persone trovandosi davanti a scogli di questo genere potrebbero essere tentate. Perché allora non facilitare la vita a chi accoglie in casa un animale? Perché accoglierlo sui mezzi e nei campeggi come un disturbo? Mentre a Vienna costruiscono il primo cinema in cui è permesso portare i cani, qui in Italia ancora non si possono far viaggiare senza danni: non è ora di darsi una svegliata, invece di limitarci a mandare il televisione commoventi campagne pubblicitarie?
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