Quanto può essere magico trovarsi su un palcoscenico?
Le luci puntate addosso ti impediscono di vedere il pubblico, eppure tu sai che c'è: senti l'energia di quel centinaio di persone che per una sera mette in pausa la sua vita per partecipare a quella dei personaggi dello spettacolo.
La tensione dietro le quinte, il nervosismo perché le musiche sembrano non partire mai nel momento giusto e le battute sembrano scomparse dalla tua memoria, finché non entri in scena e tutto è naturale, tutto è verità. Le parole escono senza bisogno di pensare, la musica si accende e ti invade e balli, canti, ti fermi, ti inginocchi, salti, parli, gridi, tutto nel momento giusto.
Vivere mille vite, poter essere chiunque: Giulietta, Esmeralda, Ofelia. Ogni istante è una nuova vita, un nuovo mondo che ti entra dentro.
Salire sul palco per i saluti finali, con gli applausi che ti entrano nel cuore e ti scaldano dall'interno, infrangendosi su di te come una tempesta purificatrice.
Il teatro ha un potere, un potere a cui non si può sfuggire dopo averlo provato. A cui, in effetti, io non voglio sfuggire.
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